Milioni di donne, nel mondo vivono in uno stato di subordinazione.
Un universo di individui che sconta le più atroci discriminazioni, per il solo fatto di appartenere al genere femminile.
Sono le devadasi indiane, consacrate al tempio per la loro povertà, vincolate, con la loro progenie, ad un rapporto di totale dipendenza dai sacerdoti.
Sono le fanciulle thailandesi, violentate nei bordelli e costrette, con la forza, a vendere il proprio corpo ai turisti sessuali.
Sono le indios del Perù e della Bolivia, vendute come schiave alle famiglie facoltose e tenute a catena, come cani, fino alla vecchiaia.
Sono le somale e le africane, costrette a subire mutilazioni sessuali , che restano private della loro sessualità.
Sono le neonate cinesi, uccise e gettate per strada, per far posto a gravidanze che diano vita ad un maschio più degno di vivere.
Sono centinaia di altri esempi di brutalità e violenze perpetrate sulle donne.
Un grido di aiuto che giunge da ogni angolo della terra, per il quale MOTUS vorrebbe suscitare una giusta scintilla di indignazione.
Coreografie | Simona Cieri |
Soggetto, sceneggiatura e testi | Rosanna Cieri |
Musiche originali | Francesco Petreni |
Voce recitante | Paola Lambardi |
Luci | Massimo Falchi |
Costumi | Mirko Bolognesi |
Proiezioni scenografiche | Livia Cannella |
Assistenza tecnica | Maurizio Tiberio |
Regia | Rosanna e Simona Cieri |
In collaborazione con A.I.D.O.S. (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo)