Ogni coreografia è un’esplorazione dell’identità dell’umana afflizione, ove l’esplosività fisica si comprime nell’intimismo introspettivo; i passi a due sono disinvolti esempi di agilità ridotta allo spazio delimitato dall’occhio di bue, le formazioni di gruppo curano l’equilibrio dello spazio scenico con simmetria e senso delle prospettive, mandate in proiezione sullo schermo. … l’effetto di rientro nello schermo, nell’episodio dedicato ai popoli balcanici riesce alla perfezione … Il gruppo convince per compitezza dell’esecuzione fisica e spessore dell’interpretazione emotiva, la soggettiva prospettica della corsa obliqua, voluta a fine spettacolo dalla coreografia di Simona Cieri, appare intensa e senza respiro, trascinando la percezione dello spettatore nella stessa dimensione d’affanno impressa dal danzatore. … un progetto di spessore che tuttavia mai risulta lento da seguire.