MOTUS
presenta
Dimmi cosa mangi
spettacolo prodotto con il sostegno della Regione Toscana e del Comune di Siena
in collaborazione con Unicoop Firenze e Slow Food Siena
Un miliardo di persone nel mondo è denutrito. Un altro miliardo è obeso.
In tutti i paesi, le realtà contraddittorie dell’obesità e della fame si stanno acutizzando e paradossalmente costituiscono le due facce di una stessa medaglia, grazie a un sistema economico-politico che consente ad un piccolo gruppo di multinazionali di trarre profitto dal controllo dell’intera catena alimentare mondiale.
Mentre i paesi in via di sviluppo lottano ogni giorno per sfamare la popolazione, nelle società dell’opulenza il rapporto con il cibo rappresenta l’emblema della profonda crisi socio-culturale che costringe a guardare in faccia per la prima volta la precarietà. Negli ultimi decenni, nei paesi occidentali, un numero crescente di individui è stato spinto in uno stato di marginalità economica, grazie al crescente divario tra potenti spinte al consumo e difficoltà a contenerle e regolarle. Gli effetti di questa contraddizione si manifestano da una parte con la crescente obesità infantile, che colpisce anche gli strati più bassi della popolazione, e dall’altra con patologie di rifiuto del cibo, provocate da modelli culturali fortemente condizionanti, dove il corpo, soprattutto quello femminile, è luogo di sperimentazione per commerci, speculazioni, mercato.
Ad aumentare la sensazione di precarietà, contribuisce l’incertezza sulla provenienza e sulle caratteristiche di ciò che finisce nel piatto. La qualità degli alimenti dipende, in primo luogo, dai modelli economici utilizzati per la loro produzione e distribuzione; meccanismi sui quali è possibile intervenire solo attraverso un faticoso processo di cambiamento di abitudini collettive consolidate, impegnandosi in una battaglia che rivendichi la centralità della salute a discapito degli interessi economici che controllano il mercato. Nell’attesa di questa vera e propria rivoluzione culturale, si assiste alla nascita di comportamenti contrastanti ma ugualmente devianti, tra coloro che si rassegnano a un certo scetticismo fatalista acquistando quello che capita, e altri impegnati a selezionare solo alcuni alimenti per diete squilibrate quanto insalubri.
Se è vero che siamo ciò che mangiamo, allora il nostro essere individui e società passa anche attraverso il cibo, come indicatore di buona salute non solo sul piano fisico e affettivo, ma anche culturale e sociale.
Coreografie | Simona Cieri |
Soggetto | Rosanna Cieri |
Musiche | autori vari |
Costumi | Monica Ferretti |
Danzatori | Veronica Abate, Martina Agricoli, Andrè Alma, Maurizio Cannalire, Simona Gori, Simona Cieri, Federica Morettini, Riccardo Pardini. |
Regia | Rosanna e Simona Cieri |
Foto: Carlo Pennatini